08 Settembre 2024
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Addio Giovanni, il medico con la bici e l'Empoli nel cuore

11-12-2023 17:27 - Opinioni
di Gianni Assirelli

Il dottor Giovanni Falai da Granaiolo ha terminato la sua missione su questa terra, ma sicuramente ne inizierà un’altra altrettanto appassionante, nel Regno dei Cieli ove ritroverà tanti amici.

Il dottor Falai era, meglio è, una persona perbene, un galantuomo, un ottimo medico che aveva costruito la sua vita, la sua carriera sull’onestà, la passione e lo studio. Raggiungeva il liceo classico a Empoli da Granaiolo in bicicletta, mentre l’amico avvocato Giuliano Lastraioli dalla più vicina Ponte a Elsa. L’Università a Siena e la laurea in Medicina come una missione. Era uno studioso, uno scienziato. Nel suo campo certamente il più bravo. Quando il Giro d’Italia passò davanti a casa sua, qualche anno fa, la carovana si fermò a salutarlo; tanto era l’affetto e la stima che le due ruote avevano per lui. Il ciclismo, sua grande passione, con le imprese dei grandi campioni come il nostrano Franco Bitossi al quale riuscì a tenere sotto controllo una tachicardia che lo aveva fatto soprannominare “cuore matto”.

L’altra passione il calcio, anzi più precisamente: l’Empoli. I colori azzurri portati orgogliosamente sul cuore in decenni da responsabile dell’area medica. Dai tempi dei bassifondi della serie C ai momenti gloriosi della Serie A; non amava il palcoscenico, amava la medicina, lo sport, l’Empoli. Che fosse in trasferta nel motoso campo sportivo di Leffe o alla Scala del calcio di San Siro, il suo impegno sarebbe stato lo stesso, sempre il meglio. Giocatori assistiti con amore, altrettanto con le loro famiglie. Un punto di riferimento per tutti i presidenti: da Renzo Bagnoli a Fabrizio Corsi. Per tutti era disponibile, sempre con la soluzione pronta e la diceva con una tale naturalezza che già ti sembrava di stare meglio.

Era soprannominato Mr. Magoo per la sua miopia e per l’andamento oscillante che lo caratterizzavano nelle riprese televisive. I detrattori, perché ne ha avuti, anche tanti e molto ostinati, lo chiamavano Cagliostro e per lunghi anni hanno provato a metterlo in difficoltà senza riuscirci. Lui non se ne curava; mai ho sentito dal dottor Falai, anche nei momenti più difficili, una parola contro qualcuno.

Oggi perdiamo una grande persona, ma si completa un capitolo di una bella storia. Da leggere, rileggere, rileggere…
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