A Santa Maria parco verde o cemento?
18-09-2024 12:01 - Politica
Nel Quartiere di S.Maria, nel POC è prevista, col PUC 7.7 votato anche dall'allora presidente del consiglio comunale Mantellassi, la costruzione di villette, andando a cementificare quello che adesso è un bel parco con splendide alberature. Qualcuno ha però notato che il neo Sindaco Mantellassi in campagna elettorale aveva promesso un parco urbano attrezzato in tutta l'area verde compresa tra il convento di S. Maria a Ripa e via R. Sanzio.
A quanto è dato sapere, ad oggi il PUC 7.7 permane all'interno del POC, ma è evidente che entrambe le previsioni non possono coesistere, quindi sarebbe appropriata l'eliminazione del PUC 7.7 in favore del parco pubblico, in modo che si faccia prevalere il buon senso a tutela di beni comuni fondamentali, quali il verde e il suolo, il cui valore sia economico che biologico andrebbe ripensato da un'amministrazione attenta alla sostenibilità futura della città, e con essi tutte le altre previsioni di nuove edificazioni presenti nel Piano Operativo.
Da notare che le stesse considerazioni sono state suggerite anche dagli Uffici regionali durante le osservazioni al Piano Strutturale Intercomunale, le quali riportano che non esistono dati a giustificazione di tutte queste nuove edificazioni previste: quando si cementifica si perdono per sempre il valore e tutte le funzioni ecosistemiche di quel territorio, a chiaro danno delle generazioni future, soprattutto quando tutti i dati attuali indicano la non necessità di nuovo cemento.
Un estratto dall'ultimo Rapporto ISPRA sul consumo di suolo:
“La copertura artificiale del suolo è ormai arrivata ad oltre 21.000 kmq, il 7,11% del territorio nazionale, la media UE è del 4,2%...
Le conseguenze sono anche economiche, i “costi nascosti”, dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici a causa della crescente impermeabilizzazione e artificializzazione, sono stimati in oltre 3 mld di € l’anno (che vanno ad aggiungersi ai costi fissi accumulati negli anni precedenti, ndr). Questi valori, attesi in aumento in futuro, potrebbero erodere in maniera significativa, per es, le risorse del programma Next Generation EU: infatti, che se fosse confermato il trend attuale, il costo complessivo, tra il 2012 e il 2030, arriverebbe quasi ai 100 mld di €, praticamente la metà dell’intero PNRR”.
Per approfondire e rendersi conto dei numeri, ricavati dalle indicazioni dell’ISPRA e del prof. Paolo Pileri, uno dei massimi esperti di “consumo di suolo”, docente di urbanistica al Politecnico di Milano e membro del Comitato Scientifico del Rapporto sul consumo di suolo ISPRA:
https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/rendiamo-pubblici-i-costi-derivanti-da-consumo-di-suolo-comune-per-comune/
Fonte: Ufficio stampa
A quanto è dato sapere, ad oggi il PUC 7.7 permane all'interno del POC, ma è evidente che entrambe le previsioni non possono coesistere, quindi sarebbe appropriata l'eliminazione del PUC 7.7 in favore del parco pubblico, in modo che si faccia prevalere il buon senso a tutela di beni comuni fondamentali, quali il verde e il suolo, il cui valore sia economico che biologico andrebbe ripensato da un'amministrazione attenta alla sostenibilità futura della città, e con essi tutte le altre previsioni di nuove edificazioni presenti nel Piano Operativo.
Da notare che le stesse considerazioni sono state suggerite anche dagli Uffici regionali durante le osservazioni al Piano Strutturale Intercomunale, le quali riportano che non esistono dati a giustificazione di tutte queste nuove edificazioni previste: quando si cementifica si perdono per sempre il valore e tutte le funzioni ecosistemiche di quel territorio, a chiaro danno delle generazioni future, soprattutto quando tutti i dati attuali indicano la non necessità di nuovo cemento.
Un estratto dall'ultimo Rapporto ISPRA sul consumo di suolo:
“La copertura artificiale del suolo è ormai arrivata ad oltre 21.000 kmq, il 7,11% del territorio nazionale, la media UE è del 4,2%...
Le conseguenze sono anche economiche, i “costi nascosti”, dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici a causa della crescente impermeabilizzazione e artificializzazione, sono stimati in oltre 3 mld di € l’anno (che vanno ad aggiungersi ai costi fissi accumulati negli anni precedenti, ndr). Questi valori, attesi in aumento in futuro, potrebbero erodere in maniera significativa, per es, le risorse del programma Next Generation EU: infatti, che se fosse confermato il trend attuale, il costo complessivo, tra il 2012 e il 2030, arriverebbe quasi ai 100 mld di €, praticamente la metà dell’intero PNRR”.
Per approfondire e rendersi conto dei numeri, ricavati dalle indicazioni dell’ISPRA e del prof. Paolo Pileri, uno dei massimi esperti di “consumo di suolo”, docente di urbanistica al Politecnico di Milano e membro del Comitato Scientifico del Rapporto sul consumo di suolo ISPRA:
https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/rendiamo-pubblici-i-costi-derivanti-da-consumo-di-suolo-comune-per-comune/
Fonte: Ufficio stampa