25 Aprile: una mostra per raccontare 80 anni di Resistenza, tra memoria e lotta contemporanea
24-04-2025 07:30 - Primo piano
Quest’anno il 25 Aprile ha un sapore particolare. Non solo per l’importanza storica della data – 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo – ma per la sua collocazione in un presente attraversato da nuovi conflitti, vecchie ingiustizie e pericolose ricadute autoritarie. Una ricorrenza che ci chiama, oggi più che mai, a fare della memoria un atto politico.
Lo ricorda con forza il mondo dell’associazionismo dell’Empolese Valdelsa, dove i Circoli Arci, insieme ad ANPI e a decine di realtà del territorio, hanno costruito un programma denso e partecipato. Tra pranzi partigiani, spettacoli, dibattiti, camminate e cerimonie, si fa largo un evento simbolico e potente: la mostra "Orgoglio Antifascista – 80 anni di Liberazioni".
Le immagini della Resistenza: una narrazione visiva lunga 80 anni La mostra, frutto di una campagna nazionale promossa da Arci e curata dal collettivo CHEAP, è una galleria urbana a cielo aperto, dove manifesti e fotografie d’epoca raccontano le Resistenze di ieri e di oggi. Dalle staffette partigiane ai movimenti operai, dalle manifestazioni contro la guerra ai soccorsi nel Mediterraneo, la mostra si compone di affissioni pubbliche nei centri delle città, trasformando muri e spazi comuni in strumenti di memoria e consapevolezza.
Le immagini selezionate – provenienti da archivi storici e fotografi come Agnese De Donato, Dino Fracchia, Luciano Nadalini, Uliano Lucas – non sono semplici documenti. Sono testimonianze vive di una storia collettiva: quella di un popolo che non ha mai smesso di resistere. A guerra finita, la lotta è proseguita nelle fabbriche, nelle scuole, nei porti, nelle piazze, sui barconi. La mostra ce lo ricorda, con forza e con poesia.
Un 25 Aprile che guarda al presente Il filo conduttore di tutte le iniziative, sottolineano da Arci, è che l’antifascismo non è una reliquia. È una pratica quotidiana. Lo dimostrano le tante battaglie attuali che fanno eco a quelle del passato: il no al riarmo europeo, la solidarietà con il popolo palestinese, la lotta per i diritti del lavoro e per una cittadinanza piena e inclusiva. Anche il Decreto Sicurezza, che mira a restringere libertà e accoglienza, trova la netta opposizione di chi si riconosce nei valori della Resistenza.
I Circoli Arci come presidi di memoria attiva Il 24 e 25 aprile, dunque, i Circoli Arci dell’Empolese Valdelsa si fanno portavoce di questa memoria viva con una lunga serie di eventi:
Il 24 aprile il Circolo Arci di Ponzano ospita la proiezione del documentario “Mattone su Mattone” seguita da una baccellata resistente.
Il 25 aprile sarà tempo di pranzi antifascisti, come quelli al Circolo Arci di Monterappoli, Santa Maria, Casenuove (con ospite il segretario Pd Toscana Emiliano Fossi), Montelupo, Limite e Cerreto Guidi.
In ogni comune, commemorazioni, camminate della memoria, spettacoli musicali e dibattiti con storici, attivisti e rappresentanti della società civile daranno vita a un 25 Aprile partecipato, laico, plurale e profondamente attuale.
In un’epoca in cui la storia rischia di essere dimenticata o, peggio, riscritta, guardare queste immagini, camminare accanto ai manifesti affissi nei nostri paesi, è un atto necessario. È un modo per dire che siamo ancora qui, dalla parte di chi ha scelto – e continua a scegliere – la libertà, la dignità e la giustizia.
Perché, come ricorda uno dei manifesti, “la Resistenza non è finita: ha solo cambiato forma.”
Lo ricorda con forza il mondo dell’associazionismo dell’Empolese Valdelsa, dove i Circoli Arci, insieme ad ANPI e a decine di realtà del territorio, hanno costruito un programma denso e partecipato. Tra pranzi partigiani, spettacoli, dibattiti, camminate e cerimonie, si fa largo un evento simbolico e potente: la mostra "Orgoglio Antifascista – 80 anni di Liberazioni".
Le immagini della Resistenza: una narrazione visiva lunga 80 anni La mostra, frutto di una campagna nazionale promossa da Arci e curata dal collettivo CHEAP, è una galleria urbana a cielo aperto, dove manifesti e fotografie d’epoca raccontano le Resistenze di ieri e di oggi. Dalle staffette partigiane ai movimenti operai, dalle manifestazioni contro la guerra ai soccorsi nel Mediterraneo, la mostra si compone di affissioni pubbliche nei centri delle città, trasformando muri e spazi comuni in strumenti di memoria e consapevolezza.
Le immagini selezionate – provenienti da archivi storici e fotografi come Agnese De Donato, Dino Fracchia, Luciano Nadalini, Uliano Lucas – non sono semplici documenti. Sono testimonianze vive di una storia collettiva: quella di un popolo che non ha mai smesso di resistere. A guerra finita, la lotta è proseguita nelle fabbriche, nelle scuole, nei porti, nelle piazze, sui barconi. La mostra ce lo ricorda, con forza e con poesia.
Un 25 Aprile che guarda al presente Il filo conduttore di tutte le iniziative, sottolineano da Arci, è che l’antifascismo non è una reliquia. È una pratica quotidiana. Lo dimostrano le tante battaglie attuali che fanno eco a quelle del passato: il no al riarmo europeo, la solidarietà con il popolo palestinese, la lotta per i diritti del lavoro e per una cittadinanza piena e inclusiva. Anche il Decreto Sicurezza, che mira a restringere libertà e accoglienza, trova la netta opposizione di chi si riconosce nei valori della Resistenza.
I Circoli Arci come presidi di memoria attiva Il 24 e 25 aprile, dunque, i Circoli Arci dell’Empolese Valdelsa si fanno portavoce di questa memoria viva con una lunga serie di eventi:
Il 24 aprile il Circolo Arci di Ponzano ospita la proiezione del documentario “Mattone su Mattone” seguita da una baccellata resistente.
Il 25 aprile sarà tempo di pranzi antifascisti, come quelli al Circolo Arci di Monterappoli, Santa Maria, Casenuove (con ospite il segretario Pd Toscana Emiliano Fossi), Montelupo, Limite e Cerreto Guidi.
In ogni comune, commemorazioni, camminate della memoria, spettacoli musicali e dibattiti con storici, attivisti e rappresentanti della società civile daranno vita a un 25 Aprile partecipato, laico, plurale e profondamente attuale.
In un’epoca in cui la storia rischia di essere dimenticata o, peggio, riscritta, guardare queste immagini, camminare accanto ai manifesti affissi nei nostri paesi, è un atto necessario. È un modo per dire che siamo ancora qui, dalla parte di chi ha scelto – e continua a scegliere – la libertà, la dignità e la giustizia.
Perché, come ricorda uno dei manifesti, “la Resistenza non è finita: ha solo cambiato forma.”